Al terzo di giorno di vita Dboy ha cominciato a piangere.
E, praticamente, non si è più fermato fino al quarto mese.
Dopo i primi tre giorni di vita passati senza nulla nello stomaco, al quarto, Dboy ha cominciato ad avere il mio latte tirato.
Che, ovviamente, visto la montata lattea inesistente per mancanza di ciucciate, non bastava.
Quindi Dboy, alla fine della sua prima settimana di vita, ha cominciato a nutrirsi con latte artificiale.
E ha cominciato a piangere.
A piangere.
A piangere.
C'erano giorni che era capace di piangere 10 ore consecutive.
10 ore consecutiva di urla, di dolore e di angoscia. Per lui. Per noi.
Era così piccolo, comunque mangiava e cresceva. Ma soffriva. Soffriva continuamente e, vederlo così, per noi era una vera e propria tortura. Sembrava ci strappassero ogni volta le viscere da dentro.
Il medico ci rassicurava. Lui stava bene in fondo, cresceva.
Io lo mettevo nella fascia e cercavo di tenerlo stretto addosso a me e lui, piano piano, riusciva a rilassarsi e finalmente si addormentava.
I primi 3 mesi dopo il parto, i primi 3 mesi di vita del bambino sono davvero duri.
Almeno lo sono stati per me.
Sono stati duri perchè ero stanca, ancora dolorante all'inizio, spaesata e incredula. Non sapevo e non credevo possibile che ce l'avrei fatta a prendermi cura di quel bambino appena nato, che ancora non conoscevo.
Ed ero stanca.
Stanca.
E lui piangeva. Io ero sola.
Ero sola con lui per la maggiorparte del tempo e lo guardavo e lo sentivo piangere e non sapevo come alleviare quel suo dolore. Quel dolore che, in quel periodo, sembrava davvero caratterizzare tutta la sua identità.
Abbiamo cominciato a proporre tutti i rimedi noti e conosciuti in tutto il mondo e oltre per alleviare le "coliche del lattante".
Gocce, tisane, sali. Omeopatia, medicina tradizionale, conoscenza tradizionale. Massaggi, massaggini, manovre, fermenti.
Ma lui piangeva, piangeva, piangeva.
Non trovava, e non ci dava, riposo.
Piangeva prima della poppata e dopo, piangeva dopo il bagnetto. Piangeva durante la passeggiata.
Piangeva.
Io lo so, solo chi ha un figlio che ha sofferto di questi lancinanti dolori addominali può capire.
Perchè sentire un figlio piangere per ore ore ore e ore ed essere impotenti davanti a ciò per provando tutto è devastante.
Piangeva talmente tanto che, a nemmeno tre mesi, gli abbiamo dovuto are un'eco addome perchè, a quel punto, si sospettava la possibilità di altro.
L'eco è ancora di là, tra le sue cose, e mostra un addome opaco. E' aria che dilata le anse quello che l'ultrasuono riesce a mostrare.
Soffriva sì e ne aveva davvero diritto.
Era pieno d'aria.
Ci dicevano, soprattutto i medici "Signora, passerà."
E io pensavo che era solo un modo per tranquillizzarmi. Tranquillizzare me che ormai gli davo una medicina con il bromuro per farlo rilassare qualche ora e fargli avere un po' di pace e riposo.
E invece avevano ragione. Avevano veramente ragione loro.
Un giorno, era l'inizio di novembre, le cose sono cambiate.
Quel giorno, all'inizio di novembre, mio figlio ha cominciato a ridere.
Ho visto il suo primo vero sorriso rilassato. Ho sentito la sua prima risata.
Dboy ha cominciato a ridere. E non ha smesso più.
E ci ha mostrato, liberato ormai da tutto quel dolore, chi era davvero.
Un bambino che ride sempre.
Ed è ancora così.
Il suo intestino era maturato, l'aria non c'era più, il dolore, piano piano, era completamente svanito.
Avevamo provato veramente di tutto. Di tutto.
Ma alla fine è vero, le coliche passano da sole.
Loro vanno via e i nostri bimbi possono finalmente presentarsi per quello che veramente sono.
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