Io volevo allattare.
Quando ero incinta io pensavo che avrei allattato. Non era un desiderio, un sogno, un augurio. No.
Io volevo allattare.
Durante gli ultimi mesi di gravidanza mi ero molto informata, avevo letto articoli e blog, avevo ben guardato il sito della Leche league, seguito con grande attenzione le lezioni sull'allattamento dei corsi preparto che frequentavo, avevo letto testimonianze sui blog e raccolto esperienze da amiche.
Io volevo allattare.
Ma non è andata così.
A distanza di più di 13 mesi mi sento ancora in colpa. Non avrò insistito abbastanza? Non sarò stata capace di capire il mio bambino? Mi sarò fatta sopraffare dalla paura?
Con grande piacere ho ricevuto la notizia dell'uscita del nuovo libro di Giorgia Cozza "Latte di mamma....Tutte tranne me". Non l'ho ancora letto e, francamente, non so se lo farò perchè per me rimane una ferita ancora non rimarginata. E le ferite non rimarginate, pizzicano.
Perché comunque hanno sempre da dire e, se non allatti, sei una fallita.
E sei una fallita del peggior fallimento: non sei riuscita a nutrire tuo figlio.
Ecco, così mi sono sentita. Incapace.
Dboy è nato a 36 settimane di gestazione e due giorni.
Quando è arrivato da me apriva la boccuccia come fosse un piccolo uccellino. E dormiva.
Non c'era verso di svegliarlo e farlo attaccare.
Io provavo ma l'unico risultato che riuscivo ad ottenere era che lui aprisse la bocca sì, ma non ciucciasse.
Avevo parlato anche con l'ostetrica dell'ospedale.
Io volevo allattare. Ma Dboy non si attaccava e, quando lo faceva, non ciucciava.
Io mi ostinavo ma i giorni passavano. Tutti erano intorno e ognuno aveva qualcosa da dire.
Io volevo allattare e mi ero raccomandata che al nido non gli dessero biberon.
Ma lui non si attaccava e cominciava a piangere.
Arrivati a casa pensavo sarei stata più tranquilla e avrei potuto provare ancora.
Ricordo il pomeriggio del nostro primo in giorno in casa. Tutti i parenti di mio marito ci erano venuti a trovare.
Io ero stanca, brutta, impaurita, dolorante. Dboy, ad un certo punto cominciò a piangere. Aveva fame.
Non riuscivo a farlo attaccare. Avevo una serie di persone intorno che mi dicevano come fare. Persino gli uomini sapevano meglio di me come si allatta.
Il pianto di Dboy di quel giorno è durato ore.
La mattina dopo, era domenica, chiamai il mio caro amico pediatra che mi disse che 3 giorni e mezzo di digiuno erano il massimo che mi potevo concedere, di comprare un biberon e del latte artificiale.
Avevo perso. Avevo fallito. Non ero in grado di nutrire mio figlio.
Sono sicura che se fossi stata sostenuta in modo diverso forse, un pochino, sarei riuscita. Forse.
Nelle prime settimane mi sono martoriata con tiralatte manuale e poi elettrico.
Se proprio non doveva attaccarsi almeno avrebbe preso il latte di mamma.
Ma se un bimbo non si attacca e non ciuccia la montata lattea non arriva. Gli ormoni e il cervello fanno il loro dovere e si ingannano con difficoltà.
Per il mio cervello io non avevo un cucciolo perché non c'era nessuno che si attaccasse al mio seno per bere.
Per due mesi ho anche continuato ad attaccarlo al seno prima di ogni poppata. Sperando che l'uccellino trovasse la forza di ciucciare.
Poi mi sono arresa.
Dboy, a parte 4 mesi di terribili coliche, stava bene. Cresceva, faceva progressi.
Stava bene. Anche senza il latte di mamma.
Ma la mamma avrebbe voluto tanto che lui si nutrisse di lei.
E che lui la perdonasse.
C'è ancora troppo dolore nelle tue parole...io sono stata più fortunata. '
RispondiEliminaSì. Non credo passerà mai. :)
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