Sono mamma, moglie e lavoratrice. Mi piace leggere, viaggiare, mangiare e guardare il mondo. A volte salgo sulla giostra....
domenica 22 settembre 2013
Mi ero scordata della fine del mondo...
Una volta, qualche anno fa, sono stata alla fine del mondo.
Tirava vento. Tirava il vento della fine del mondo.
Tirava vento, le nuvole erano veloci. Il mare rombava di sotto e si schiantava e si schiantava sulla roccia nera.
Il mare urlava, il vento si infilava sotto le porte e nelle tasche.
Era la fine di agosto.
Ma, seppur alla fine di agosto, la fine del mondo si comportava da tale e scompigliava i capelli e le idee nella testa.
E scompigliava i pensieri.
La fine del mondo (in relatà semplicemente la fine del continente, conteso per altro da un altro luogo) si trova in Portogallo.
Mi ero scordata della fine del mondo.
Quel luogo , Cabo da Roca, è degno di essere la fine del mondo.
Quando Dboy sarà un poco più grande porterò anche lui alla fine del mondo.
Così che potrà guardare avanti, ed oltre. Oltre la fine del mondo.
lunedì 16 settembre 2013
I bambini non sono tutti uguali
Sembra ovvio, scontato, elementare.
I bambini non sono tutti uguali.
Lo sappiamo.
Eppure va fatto uno sforzo di intelletto e di viscere per capire davvero.
E capire il proprio bimbo é il primo compito della sua mamma.
E anche qui ci viene richiesto uno sforzo.
Uno sforzo sì, perché mettersi nella disposizione di ascolto vuol dire concentrarsi solo sull' altro e dimenticare per un po' se stessi.
La mamma deve essere una buona osservatrice di suo figlio per riuscire a parlare con lui un linguaggio che non vuole parole e esserci sempre, sapendo addirittura anticipare le richieste.
E lo sa non perché é una madre innata, già madre prima di esserlo. Lo sa perché una madre ascolta e osserva suo figlio e capisce fin da subito che é una persona. E lo rispetta.
Lo fa da quando è nato. Fa ancora così e noi sappiamo cosa fare.
Non ha mai voluto stare in braccio, con mio grande dispiacere. Preferiva carrozzina, passeggino e ora esercitarsi a camminare.
Si divincola, scalcia, si lagna. E fa così da sempre.
Non ama dormire con noi perché a lui piace lo spazio e poter rotolare quanto vuole nel suo lettino.
Lui é sempre stato cosi, già indipendente appena nato.
Se io avessi costretto mio figlio a dormire con me per mio piacere e a stare in braccio sarei stata migliore? Perché lo so che ci si aspetta quello da una mamma.
Ma io conosco mio figlio e il mio amore glielo dimostro continuamente.
Rispettandolo.
Time
La cosa più preziosa é il tempo.
É talmente preziosa da non poter essere barattabile o acquistabile.
É talmente preziosa che si può raramente donare.
E non la puoi tenere con te.
Io vorrei tempo.
Vorrei che le giornate moltiplicassero le ore, che le nuvole andassero con calma nel cielo e che il sole rallentasse per me il suo corso.
Mi serve tempo.
Mi serve per fare cose.
Mi serve per riposarmi.
Mi serve per lavorare e divertirmi
Mi serve per mio figlio.
Vorrei che le ore si moltiplicassero per fare tutto quello che devo e quello che voglio.
Vorrei avere in regalo del tempo per stare di più con Dboy.
Per giocare sul tappeto e ridere.
Per fare il solletico e parlare con gli animaletti che decorano la sua camera. Per alzarci in piedi e cadere.
Per ridere.
Per ridere e abbacciarci.
Il tempo é davvero un bene inestimabile.
Ora me ne accorgo.
Ora.
martedì 3 settembre 2013
Primo giorno di scuola. Parte seconda: lo stupore
I bambini sono così, ti stupiscono.
Tu ti preoccupi per un mese. Fai finta di niente, lavori, ti fai le tue vacanze, fai la spesa, giochi con lui.
E intanto pensi.
Pensi.
Pensi: chissà se riuscirà a stare senza di me.
Pensi: chissà se sarà in grado di giocare con gli altri.
Pensi: chissà se sarà felice.
Se sarà felice senza di me. Senza noi.
Poi lo porti all'asilo.
La maestra lo saluta e lo prende in braccio. Lui si guarda intorno. E' curioso.
La maestra lo porta in terrazza, lo presenta alle altre maestre e ai bimbi.
Lui ride. Ride.
Apre la bocca come fa lui quando è felice. Pare che fa un verso. Apre la bocca e dice: Aaaaaaa.
E' contento.
E batte le manine.
Sta in piedi e gioca con la maestra e i bimbi.
Dboy era così tranquillo che la maestra mi ha proposto di lasciarlo direttamente per il pranzo.
Non me l'aspettavo ma ho accettato perchè lo vedevo tranquillo.
Me ne sono andata.
E ho comprato due paia di scarpe.
Il primo giorno di asilo.
domenica 1 settembre 2013
Primo giorno di scuola. Parte prima: l'attesa.
Il primo giorno di scuola ce l'hanno avuto tutti. Qualcuno se lo ricorda, qualcuno no ma tutti lo hanno avuto.
Il primo giorno di scuola.
Domani sarà il primo giorno di asilo nido per Dboy.
Lui, adesso, è felice e contento e sfoglia un librone con storie figurate e parla con i pupazzi disegnati.
E' ignaro lui.
Lui non sa che domani sarà il suo primo giorno di scuola.
Io il mio giorno di scuola me lo ricordo.
Mi ricordo il primo giorno della I elementare.
Ero contenta ed emozionata. Avevo uno zaino con dei personaggi francesi che facevano il circo.
E' un mese che penso a domani.
E' un mese che penso a domani e faccio finta di niente.
E' come se domani fossero concentrate tutti i primi giorni di ogni cosa.
E domani, per me, è il più importante di tutti i miei primi giorni.